News

Il pastificio artigianale Donna Itriya sorge proprio a Casteldaccia, esattamente nel distretto che durante il ‘900 siciliano ha ospitato la maggior vocazione pastaia.

“A ponente di Termini vi è l’abitato di Trabia, sito incantevole, ricco di acque perenni e mulini, con una bella pianura e vasti poderi nei quali si fabbricano itrìya in quantità tale da approvvigionare, oltre ai paesi della Calabria, quelli dei territori musulmani e cristiani, dove se ne spediscono consistenti carichi”, scriveva il geografo marocchino Al-Idrisi nel 1154 d.C.

La storia della pasta, dunque, riprende il suo cammino proprio a Casteldaccia, in quella che era chiamata la «via della pasta», in omaggio alla tradizione locale. Dopo secoli, il pastificio artigianale Donna Itriya, riporta in vita il miracolo di quella prima pasta, nata proprio qui, tra il mare e le colline abitate un tempo dai saraceni. Oggi come allora, una pasta fatta con grano 100% siciliano, impastata con acqua pura ed essiccata seguendo la più antica tradizione artigianale.

“Abbiamo un legame fortissimo con il nostro territorio d’origine. Qui il profumo di semola lo abbiamo sempre sentito” – racconta Salvatore Lo Monaco, socio e General Manager dell’azienda –, “da qui la voglia di realizzare un prodotto che rappresenti l’eccellenza e la sicilianità nel mondo, che possa esprimere al meglio gli inconfondibili sapori dell’isola”.

“Con la nostra pasta vogliamo dare un tributo alla dimensione domestica del consumo dell’alimento principe delle nostre tavole e rendere omaggio alla Sicilia, granaio d’Italia. Due elementi che per noi sono fortemente identitari e che abbiamo voluto sintetizzare nel logo scelto per l’azienda, un profilo di donna con una spiga di grano”.

Donna Itriya utilizza le più moderne tecnologie, per dar vita ad una produzione capace di soddisfare le esigenze del moderno mercato, ma seguendo sempre le regole ed i passaggi dell’antica tradizione siciliana della pasta artigianale. Ogni passaggio della filiera è seguito, controllato e certificato, dal campo al confezionamento, passando per tutte le fasi. Ed è così che la via della pasta rinasce. Da una parte la pasta di semola di grano duro siciliano con la materia prima che arriva dal Molino San Paolo di Palazzolo Acreide, nel siracusano, dall’altra quella di grani antichi siciliani biologici di Molini del Ponte di Castelvetrano.  Un inconfondibile omaggio all’isola siciliana e alla sua ricchezza agricola.

Nello specifico, la minore quantità di glutine presente nei grani antichi siciliani fa sì che tutti i prodotti da essi ricavati siano più leggeri, digeribili e assimilabili, con minore probabilità di sviluppare intolleranze sempre più diffuse, probabilmente proprio a causa del consumo eccessivo di grano moderno. I grani antichi siciliani, inoltre, proprio perché autoctoni, sono molto resistenti e crescono spontaneamente senza richiedere l’uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi.

“Il nostro valore aggiunto, oltre alla qualità delle materie prime e all’esperienza dei nostri mastri pastai, è l’utilizzo di macchinari di ultima generazione acquistati da aziende leader del settore che ci permettono di potere mantenere un’importante capacità produttiva, preservando il carattere artigianale della nostra pasta”, dice il General Manager Lo Monaco. 

I formati di pasta prodotti dal Pastificio Donna Itriya sono oggi 20, 15 di pasta corta e 5 di pasta lunga, tutti rigorosamente trafilati al bronzo ed essiccati lentamente a bassa temperatura, come vuole la tradizione artigianale. Tra questi, una menzione speciale meritano gli anelletti, prodotti con una trafila dedicata, che permette di realizzare una sezione tonda, “che richiama gli anelletti siciliani delle origini e della tradizione”, spiega Lo Monaco. E ancora gli spaghetti, notoriamente tra i formati più complessi da produrre artigianalmente, e il maccheroncino, anch’esso un formato della più antica tradizione siciliana.

 

Leggi l’articolo originale: quì

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.